domenica 11 dicembre 2011

Quando gli angeli piangono è per ogni albero che muore (Manà)

Oggi, durante la mia solita pausa-tè tra un pagina di francese e l'altra, ho deciso di dare una sbirciatina al programma "Alle falde del Kilimangiaro" proprio nel momento in cui Licia Colò stava raccontando una storia che non conoscevo e che mi ha profondamente commossa (si è commossa anche Licia, tra l'altro).
Licia ha parlato a lungo di Chico Mendes, estrattore di caucciù, sindacalista, politico e ambientalista brasiliano che si è battuto per anni contro il disboscamento della foresta amazzonica rimettendoci, purtroppo, anche la vita...Chico, infatti, è stato ucciso a sangue freddo dai fratelli Alves da Silva, latifondisti dai metodi poco ortodossi che ce l'avevano con lui per motivi che sarebbe troppo lungo elencare ora.

Se non fosse stato per Chico che, di fronte alle prime avvisaglie di aggressione alla foresta, decise di riunire i contadini e gli estrattori di caucciù per battersi contro la deforastione, probabilmente, nessuno si sarebbe mai reso conto dell'enormità dei danni che il disboscamento selvaggio stava causando alla foresta amazzonica e agli indios che vi abitano da una vita.
E' stato grazie a lui, alla sua forza, al suo coraggio se il mondo è venuto a conoscenza di ciò che i paesi industrializzati- multinazionali in primis- hanno fatto e continuano a fare alla foresta amazzonica, "polmone verde" del pianeta terra.

Ogni giorno nella foresta amazzonica vengono distrutte aree di una grandezza pari a quella di due campi da calcio.
Ogni giorno nella foresta amazzonica vengono abbattuti meravigliosi alberi secolari.
Ogni giorno nella foresta amazzonica vengono cancellate di colpo zone boschive che costituiscono il rifugio e la casa di tantissimi animali.
Ogni giorno nella foresta amazzonica vengono uccise piante dalle innumerevoli proprietà terapeutiche, piante che vengono usate quotidianamente per preparare importanti medicine, fondamentali per la cura di tante malattie, cancro incluso.

Tutto ciò succede sempre a causa della logica del profitto.
Succede a causa delle multinazionali che hanno bisogno delle aree boschive per creare allevamenti intensivi di animali la cui carne verrà destinata a famosi fast food come, per esempio, McDonald's.
Succede perchè le industrie hanno bisogno di legname a basso costo.
Succede perchè l'umanità sembra non avere ancora capito che la natura va rispettata e non sfruttata.
Succede perchè, al giorno d'oggi, ci si sottomette con troppa facilità alle regole imposte dal "Dio Mercato" e dal "Dio del Guadagno".
Succede perchè ci sono tante persone per le quali un albero non conta niente quando, in realtà, un albero è alla base della vita sul pianeta terra (insieme all'acqua).
Ma, per fortuna, oltre a queste persone senza scrupoli ci sono anche persone sensibili, proprio come Chico Mendes. Persone che hanno ancora la forza di lottare. Persone che, forse, un giorno, riusciranno davvero a cambiare il mondo in meglio.
Ci tenevo tanto a dedicare un post a Chico Mendes. Quando mi sono accorta di non sapere nemmeno chi fosse ci sono rimasta malissimo perchè persone come lui andrebbero ricordate per sempre e considerate esempi da imitare.
Spero che il suo sacrificio non sia stato vano e che, in un modo o nell'altro, si riesca a porre fine alla devastione del nostro meraviglioso polmone verde.

giovedì 8 dicembre 2011

Le cadute di stile di..."In Style".

Ieri pomeriggio mio padre è tornato da un viaggio in Germania e ci ha portato a casa la versione tedesca della rivista "In Style" perchè, ovviamente, a noi femmine della famiglia piacciono molto le letture di quel tipo;-)
Questa mattina, facendo colazione, ho deciso di dedicarmi alla lettura di "In Style" invece che a quella delle dispense di francese (una decisione davvero moooltooo sofferta;-) ) e, già dopo aver letto le prime venti pagine, mi è venuto il nervoso (avrei fatto meglio a studiare francese): nel numero di questo mese ci sono un sacco di immagini che ritraggono donne più o meno famose imbacuccate nelle loro "meravigliose" giacche di pelliccia e un articolo che mostra quali sono gli ultimi modelli di questo discusso capo. Ora, è vero che metà delle pellicce che vengono pubblicizzate sono fake-fur, ovvero pellicce sintetiche, ma le altre sono pellicce vere (di procione, di volpe, di visone...) e mi disturba il fatto che chi ha scritto l'articolo gli abbia dato il seguente titolo "Come più vi piace...pellicce vere super glamour o, in alternativa, fake-fur?".
Tanto per cominciare, detta così, sembra che solo le pellicce vere siano alla moda e che le pellicce sintetiche siano un'alternativa decisamente meno valida al pelo vero e, inoltre, non c'è nemmeno un minimo accenno al modo in cui le pellicce vengono ottenute, nemmeno una sottile critica verso chi le compra...ok che "In Style" si occupa di moda e non di tematiche animaliste ma non sarebbe bello se una rivista letta da milioni di donne in tutto il mondo facesse, anche velatamente, passare questo messaggio: "meglio le pellicce ecologiche perchè non grondano sangue e sono comunque molto carine"? Sarebbe un bel passo avanti...ci sono tantissime donne che credono che le riviste come "In Style" siano la Bibbia della moda e sono certa che se "Vogue", "In Style" e "Elle" (per citarne solo alcune) facessero una crociata contro le pellicce vere e consigliassero a tutte le donne di scegliere quelle sintetiche, ci sarebbe subito un drastico calo nelle vendite di giacche e cappotti realizzati con pelo vero.
Mi ha davvero disturbata vedere le due gemelle Olsen (giovanissime attrici e credo anche stiliste statunitensi) indossare due giacche di pelliccia vera. Io credevo che i giovani di oggi fossero più sensibili sull'argomento e speravo che avessero finalmente capito che le pellicce non provengono da animali trovati morti di vecchiaia nei boschi o nella savana!!!Cavolo, se io fossi un'attrice famosa, copiata e ammirata da milioni di ragazze, vorrei dare il buon esempio, mostrare che si può essere "glamour" anche non spendendo cifre esorbitanti per indossare cadaveri.
Se l'articolo su "In Style" l'avessi scritto io l'avrei intitolato "Pellice vere o fake-fur?Le prime sono decisamente OUT e evocano solo immagini di morte e sofferenza mentre le seconde sono il MUST DELLA STAGIONE: carine, economiche e, soprattutto, CRUELTY FREE!". Probabilmente l'articolo non me l'avrebbero nemmeno pubblicato;-)
In ogni caso, per far sentire la mia voce, domenica me ne andrò a Bologna con l'Eleonora per firmare la petizione antipellicce promossa dalla LAV. Perderò qualche ora di studio ma per una causa molto nobile!
Se anche nelle piazze della vostra città dovessero esserci i banchetti della LAV invito anche voi a firmare la petizione!
Un'ultima cosa: se potete evitate di comprare abiti di Roberto Cavalli. Quasi tutte le pellicce vere pubblicizzate su "In Style" provengono dalle sue collezioni.